Alessandro Dell'Acqua non disegnerà più per Malo. Meno malo... ahahahah. Meno di un anno fa ne assunse la direzione dopo che Aquilano e Rimondi presero le redini di Ferré... ora ad Alessandro Dell'Acqua rimane la collaborazione con La Perla, la sua linea omonima e un orto pieno di insalate!
A me sembra già un'impresa non facile pensare ad una collezione che abbia un senso, che esprima la propria personalità e che tenga conto anche delle esegenze di mercato...
RispondiEliminaIo non mi rendo conto come faccia una persona a ideare tre collezioni per tre brand diversi contemporaneamente. Mistero!
Penso a Marc Jacobs che firma due sue linee oltre a Louis Vuitton, quindi America e Francia...
Credo che in molti casi mettano solo il nome e poi lasciano fare il team stilistico. Magari con una riunione di partenza e poi cosa viene viene... Ma questo sulle passerelle si vede. Eccome!
Comunque vista l'ultima collezione di Malo/Dell'Acqua, il pedatone ci stava tutto.
Si... concordo con te sul fatto che un designer non può seguire più di due progetti... anche se c'è chi ne segue solo uno e lo fa anche male. Per quanto riguarda Dell'Acuqa ho visto uno speciale in cui alcuni vestiti venivano disegnati proprio dagli aiuti, tanti e giovanissimi... il tutto poi passava dalla sua supervisione. Per quanto riguarda l'ultima collezione di Malo non mi è dispiaciuta. Ho visto un'intervista in cui lui spiegava le tecniche di realizzazione a mano e con il telaio di alcune stoffe. Non lo so, potrebbe sembrare sciatta ma come collezione è preziosissima Ale. Le silhouette possono lasciare l'amaro in bocca, piene di sovrapposizioni (quest'anno New York ne è piena)... ma li subentra il gusto personale. In linea generale ovviamente sono d'accordo con te... Non è stata una collezione stupefacente. Nella sua prima linea non mi è piaciuto assolutamente... In La Perla non ho proprio visto cosa ha avuto modo di combinare. Chissà chi metteranno alla direzione di Malo. Mah!
RispondiEliminaLa sprig summer 2009 di Malo by Dell'Acqua per me è eccezionale...
RispondiEliminamalo nasce come una maglieria..e come tale deve tener presente determinati materiali e forme...
credo sia stato mooolto innovativo e contemporaneo...
per quanto riguarda il numero di linee che può tenere in piedi un solo stilista...si, sono d'accordo con voi...però dipende da moltissime cose, secondo me...certo marc jacobs, per esempio, per il mio personalissimo gusto non fa cose meravigliose in nessuna delle tre linee ANZI...
dell'acqua, nella sua linea, mi è sempre piaciuto..lo seguo attentamente da molti anni e credo che abbia una sua identità e molti stilemi che segue perpetua nelle collezioni...
poi c'è l'adorabile vecchietto Lagerfeld..quanto vorrei capire che tipo di lavoro fa nelle collezioni in realtà...cmq il suo touch è evidente in tutte le cose che tocca...
Io per dell'Acqua la penso diversamente da te.... ovvio che Malo è una maglierie... infatti, coome ho detto nel post precedente, mi è piaciuto (io poi adoro le sovrapposizioni e io preziosismi) ma nella sua prima linea si è appiattito... anche nella collezioni con i decori a "panna montata" mancava, secondo me, un anima. Non è un Valli, questo è poco ma sicuro. In La Perla non ho avuto modo di vederlo ancora... quello che posso dire è che non è nella rosa degli stilisti che preferisco. E poi lui deve essere di un antipatico.....
RispondiEliminaC'è stilista e stilista: i più grandi riescono a seguire anche più linee ed essere superlativi in tutte o quasi, Lagerfeld ne è un esempio (decisamente meglio in Chanel e Fendi che in quella che porta il suo nome), Gaultier con il brand omonimo e Hermès pour femme o il bel Tom Ford quando ne disegnava 4 (bei tempi... ) tra Gucci (col contributo di Alessandra) e YSL; gli altri non ne sono all'altezza. Di MJ che citavate voi salvo solo qualcosa per LV anche se il mercato la pensa in modo differente.
RispondiEliminaOvviamente i parametri in gioco sono molteplici e non serve suddividersi il cervello in tante parti. Una collezione è costruita tenendo conto del dna del marchio, del mood della stagione, del patrimonio storico, delle esigenze del mercato, dell'innovazione rispetto al passato... etc. il tutto filtrato attraverso la sensibilità del creatore. Non sottovalutando, ovviamente, il contributo dello staff che sta alle spalle del designer.
Tornando a ADA, invece, trovo che la collezione per Malo non fosse niente male, secondo il mio gusto personale non all'altezza di A&R ma questo è un altro conto. Non mi è mai piaciuta, invece, la sua linea personale.
@ Dudù: Malo ora sarà affidato ad un team creativo interno.
Wow, Alexis, mi inchino a te! Bellissimo commento... esaustivo e chiarificatore... io propongo una candidatura alla camera nazionale della moda.... Comunque concordo con te, anche se, per quanto riguarda Lagerfeld non sono d'accordo... per me si è adagiato un pochino sugli allori.... da un pò di tempo non proprone nulla di interessante... mi piace solo in Fendi, e da due collezioni nella sua linea personale.... in Chanel ormai è ripetitivo (troppi goticismi, troppe kitschate, tutto terribilmente piatto da un pò di tempo)... Per quanto riguarda Dell'Acqua concordo con te per Malo, la collezione è carina, e allo stesso modo concorso con te quando si parla della sua linea personale... anche lui, da un pò di tempo, ha perso un pò di dignità. A me MJ piace, non sempre, per l'inverno prossimo molto poco ad esempio. Che dire? L'unica cosa che mi viene è: ma perchè dare più linee ad un designer quando milioni di creativi dalle mani d'oro potrebbero prendere le redini di grandi marchi e condurli avanti egregiamente? Mah... magari facessero qualche concorso a colpi di creatività... vedremmo eliminate miriadi di ingerenze esterne (o interne )... ma non è mai così.
RispondiEliminaGrazie mille del commento... delizioso. Dudù!
Su Lagerfeld, lo so, stravedo e manco di obiettività. Ma c'è da considerare che Chanel e Fendi sono due marchi dal dna molto forte. Quindi, l'innovazione è sempre soggetta al rispetto della tradizione e in questo Lagerfeld è insuperabile. Nel suo brand, al contrario, spinge l'acceleratore sulla sperimentazione che è senza dubbio molto più spiccata ma, idee formidabili a parte (la borsa con la sua "bella" faccia di questa stagione per citare un esempio), generalmente non mi piace.
RispondiEliminaAlla tua domanda... risposta semplice e veloce: il nome è una garanzia o, talvolta, se credi, uno specchio per le allodole. Detto questo, detto tutto! :)
La candidatura? M-A-G-A-R-I!!! :)
Alexis, io voterei per te.... ahahaha... comunque si, come darti torto. Per quanto riguarda Lagerfeld io ricordo tempi migliori di questo. Sinceramente non riesco a capire che potere decisionale abbia all'interno di Fendi e di chi siano le idee... non riesco a capire chi abbia partorito idee meravigliose come quelle che ci sono nella collezione ss 08... Mah!
RispondiEliminaComunque Fendi mi piace moltissimo, è nella rosa dei miei marchi preferiti (anche se gli rimprovero l'uso di pelli pregiate e pellicce).
Quella borsa, Alexis... mamma mia che kitschata... e l'orsetto Lagerfeld? Lui comunque lo adoro, al di là del suo lavoro, lo trovo uno dei pochi personaggi rimasti sulla terra dall'ego interessantissimo...
All'interno di Fendi, dipende da Silvia Venturini Fendi... e la Fendi è di proprietà della LVMH.
RispondiEliminaImmaginavo... anche se Lagerfeld, a mio avviso, influenza molto... Comunque è un ottimo connubio... un'ottima relazione... Grazie mille Alexis... vedi? Ora non posso più fare a meno di te! Ti abbraccio!
RispondiEliminaIl Kaiser è da Fendi ormai da tempo immemore, dal 1965 mi pare, quindi ne conosce bene la realtà e il patrimonio storico.
RispondiEliminaLa borsa culto chiamata "Baguette", invece, è stata creata da Silvia Venturini Fendi ed è un' intelligente riedizione di una borsettina del 1963.
PS: non puoi fare più a meno di me? Non sei il primo! :D
Ahahahahhah... Alexis for president
RispondiEliminaHahahaha, Dudù non ti raccomando Alexis "for president". È un rischio :D
RispondiEliminaDici Edward? Non vorrei che come la maga Circe alla fine mi trasformasse in un maialino
RispondiElimina