Ancora oriente, ancora maniche a pagoda… di Cina e Giappone non ne abbiamo (credono) mai abbastanza. Un tripudio di giacche e abiti strutturati per la moglie dell’ultimo imperatore: ventagli, fiori di loto, peonie, bambù, carpe, dragoni, involtini primavera, e Nutella fritta… una serie infinita di luoghi comuni diventano il tema di interessantissime stampe couture.
Più orientaleggiante di Kenzo Tagada, più strutturata di Jack robot d’acciaio: senza ombra di dubbio è una collezione che colpisce e che s’ammanta, finalmente, di sfumature un attimino più moderne. Azzeccatissima l’idea delle lacche anche se si esagera poi con le spalline e gli orli delle gonne che diventano, più che richiami alle pagode, corna di bufala!
Mi ricorda molto la sfilata orientale di Tom Ford per Yves Saint Laurent Rive Gauche di un po’ di anni fa. Ora che il tema dell’Oriental world è stato sviluppato possiamo ben sperare che non ce lo riproponga nuovamente per le prossime stagioni (forse!!!).
Un 8!
Questa collezione a me non fa impazzire, la trovo un po' esagerata; preferisco quando "l'ispirazione" è più sussurrata, meno invadente.
RispondiEliminaTroppe spalle all'insù, troppe strutture, troppi colori squillanti. E poi le lunghezze delle gonne al polpaccio non mi sono mai piaciute.
Gli abiti che preferisco sono quelli da sera semplici ed essenziali, che hanno poco a che fare con il resto della collezione.
Ecco, vedi, non concordiamo.
RispondiEliminaCome ho scritto nel post si è troppo sprecato con gli accenti all'insù dei margini delle gonne e delle giacchè... infatti diventa tutto molto ridondante... ma l'uso delle lacche e dei colori vivaci mi è piaciuto molto. Non abbandona mai i volumi che seguono il corpo e queste giacche strizzate così anni 90 e questo mi infastidisce... ma penso sia una collezione carina, al di là del mio gusto personale... d'altronde le couture non hanno regalato chissà che per quest'estate.