martedì 19 maggio 2009

Le pagelle: YVES SAINT LAURENT SPRING SUMMER 2009



Stefano Pilati rimane un bravo alunno della scuola del fashionworld parigino, a mio avviso come uno di quegli studenti che lavora sodo senza emergere totalmente e con brillantezza all’interno della sua classe. Un collezione intellettuale, che non vuol dir niente ma forse ne traduce il senso, fatta di tagli quasi a crudo, di silhouette strizzate da giacche decorate a corsetto e da sahariane strozzate da cinture reticolate, da trasparenze e decorazioni a goccia, da scarpe a rete che danno al piede l’apparenza di una cernia caduta nella rete di un pescatore di Gallipoli, e una volta tolte lasciano sul piede il segno della gauffre belga. La vita si va quasi ascellare per le poche che se lo possono permettere, le altre invece possono poggiare il mento sul cavallo dei pantaloni al ginocchio, morbidi come una pancetta post parto. Non manca ovviamente il tailleur, giacca e pantalone, tagliato alla maschile, capo di riferimento della maison.
La collezione è molto semplice e lineare, abbastanza rasserenante senza stupire ne deludere… forse di passaggio tra quella dell’inverno precedente, meravigliosa, e quella dell’inverno prossimo che è molto più interessante. Un 7 tirato per le orecchie.

11 commenti:

  1. Secondo me il voto è troppo basso, soprattutto, se paragonato a certi orrori di Valentino, durante e post era Garavani o post era Facchinetti.

    Con una punta di snobismo tornando a YSL affermo che l'arte può essere vista da tutti ma capita da pochi! ;)

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  2. Il vice-direttore dissente.
    Il voto è troppo basso, io trovo che sia una bella collezione contemporanea di chiara impronta Pilati, ma anche rispettosa del grande maestro che l'ha preceduto. Mi piacciono i tagli, i colori e ...le vite alte. Molto glamour.
    E poi: gli stivaletti sono fantastici. A mio avviso le calzature più belle e innovative di questa estate. Mi piace tanto che il quadretto forato sia "over", ossia anche per il tacco. Ad avercene di Pilati!

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  3. Dato che Stefano in ordine di tempo è stato preceduto da Tom Ford... il maestro sarebbe lui o l'illustre fondatore della maison? ;)

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  4. Giusta considerazione Alexis, mi riferivo ad Yves. Di Ford mi sembra di non scorgere veramente nulla, la piega che ha dato Pilati mi piace molto di più...

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  5. @Alexis:
    determinate posizione, come vedo, sortiscono sempre uno spartiacque abbastanza duro da valicare e questo non può che farmi piacere.
    Che la collezione si nutra della memoria storica del marchio, della sua altissima eredità a me può interessare relativamente quando un marchio "intellettuale" come ysl, una volta ereditato, quest'intelletto non lo coltiva ma lo celebra.
    Indubbiamente rimane una bella sfilata, il 7 parla chiaro: sfido chiunque a dire che non sia portabile, fashion (e non so quanto quest'epiteto possa essere considerato qualcosa di positivo per una collezione), attraente.... ma a mio avviso rimane sterile, sorpassata.
    Se il mio gusto personale mi porta ad apprezzarne le proposte il contesto in cui la collezione si inserisce mi porta a non appoggiare totalmente le soluzioni presentate.
    Il fatto che la collezione sia elegante, sobria, pulita, strutturata, sartoriale non è assolutamente indice di artisticità o di genio.. parlare di artisticità e genio quando si tira in ballo Pilati mi sembra abbastanza azzardato solo perchè reinterpreta un'allure francese ripescando nel repertorio della maison che, nel suo periodo d'oro (che non fu sicuramente quello in cui fu diretta da Ford che sinceramente a Pilati ho preferito), fece della sperimentazione e del sartorialità i suoi punti di forza.
    Quando si eredita un marchio e molto facile cadere nel circolo vizioso della mera emulazione, della reinterpretazione fine a se stessa: cosa che non succede con Decarnin a Balmain, Guesquiere a Balenciaga, Raf Simons a Jil Sander, Francisco Costa a Calvin Klein, Castiglioni a Marni (e potrei ancora continuare...)... che nonostante possano non incontrare totalmente il mio gusto personale fanno valere la loro personalissima cifra stilistica, la loro forza contemporanea, utilizzando l'alfabeto della maison "ereditata".
    Sinceramente io non ho ancora capito, come molti del resto, la cifra stilistica, personale, di Pilati che, come Chiuri e Piccioli, continuano ad avvalersi troppo di un archivio che avrebbe bisogno di essere aggiornato ( nonostante la couture di Chiuri e Piccioli mi sia piaciuta molto... ma si tratta di gusto personale).
    Ovviamente questo è il mio punto di vista sull'argomento che, ripeto, non tenta neanche lontanamente di assurgersi a diventare punto di vista unico e generale.
    Il mio punto di vista collima con quello di tanti come il tuo con quello di tanti altri ancora.
    Cosa c'entri Valentino, visto che lo hai tirato in ballo, non lo so.
    Alle provocazioni poi non rispondo, specialmente se alla base facciamo passare l'arroganza sottoforma di snobismo! ;)

    @Ale: Il sandal cage di Pilati piace molto anche a me... forse è solo un pochino scomodo... ma è molto bello, il pezzo forte della collezione

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  6. Perchè scomodo? L'hai provato?

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  7. La couture di C-P è stata, per usare le tue parole, una "mera emulazione" e una "reinterpretazione fine a se stessa" come non si vedeva da tempo, altro che Pilati; quindi secondo il tuo ragionamento quella sfilata dovrebbe essere inclassificabile.

    Il fatto poi che tu preferisca Decarnin (Balmain si starà rivoltando) a Pilati è un po'... peculiare... ma de gustibus...
    Posso concordare solo su Raf e su Francisco.

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  8. @Ale: No, però ho visto delle foto e dei video post defilé in cui le modelle avevano totlto le scarpe e si stavano massaggiando il piede che aveva la forma di una gauffre belga. Però sono indubbiamente belle.

    @Alexis: Forse hai saltato di leggere il pezzo in cui io ho scritto che la couture mi piace solo perchè incontra il mio gusto personale.
    Perché dovrebbe essere inclassificabile la couture di Valentino by C e P? Non ho mai detto che la collezione di Pilati per YSL è inclassificabile! Gli ho dato anche un 7 pur ritenendola quasi un deja vu.
    E aggiungo: non ho detto mai di preferire Decarnin a Pilati... fanno cose essenzialmente diverse... ho solo detto che Decarnin & Co mettono qualcosa in più di loro stessi nella collezione pur reinterpretando un marchio.

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  9. @ ale: anch'io preferisco Pilati a Ford che, al contrario, apprezzavo in Gucci, molto meglio sicuramente dell'attuale direzione creativa.

    @ dudù: Pilati reinterpreta molto di più l'essenza di YSL di quanto faccia Decarnin per Balmain. Tra snaturare e reinterpretare c'è una bella differenza.

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  10. @Alexis: io non penso che abbia snaturato il marchio... penso invece che tenga conto del fatto che siamo nel 2009 e non nel 1950 e che il concetto di stile debba andare avanti... a me piace... le sue ultime soluzioni (le giacche strutturate ultrashine 80) poi le trovo adorabili, le aveva già proposte Berardi(ricordo un abito indossato dalla Frackoviac) nella collezione per l'autunno inverno 08 09... l'ultima uscita della sfilata era meravigliosa... ma forse a te Berardi neanche piace.
    Di fatto non esiste solo la moda francese e un solo tipo di comunicazione... esistono una serie di linguaggi meravigliosi da scoprire.
    Risottolineo inoltre che a me la sfilata di YSL piace, il 7 lo testimonia... ma da qui a santificare PIlati ce ne passa... santificare per cosa poi? Ancora non ha fatto nulla se non reinterpretare!



    )...

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  11. A me le scarpe sanno di dolore maximo. Quindi, arte o non arte, signori miei le boccio!
    Il resto carino, ma niente di chè.
    Almeno per me che da una sfilata mi aspetto sempre faville :P
    Poi mi fa poco primavera e ancor meno estate. Uff!

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