Una di quelle couture come si facevano una volta: in pompa magna.
C'è di tutto: long dress tempestati all over di paillettes, coat di piume di struzzo, applicazioni di cristalli, boleri di perle di fiume, pizzo, lamé, lurex... un vassoio di peperoni e uno di melanzane ripiene per festeggiare l'entrata finale di Moira Orfei sugli elefanti (non meno di due).
Di tutto... purchè brilli. Una gazza ladra in brodo di giuggiole che annaspa in un oceano di broderies questo nostro Zuhair che, colpito dalla necessità di creare la luce, come un pantocratore ci regala questa sua donna Enel, cangiante, splendente di luce alogena a 250W, metallica come l'acciaio inox 18/10 garantito a vita: e luce fu. La figura ritaglia il suo spazio nel proprio vestito: una dimora forse abitata troppe volte, inflazionata, délavé, che non regala niente di nuovo ma contempla un modo di fare couture sorpassato, vetusto. Indubbiamente couture e indubbiamente non più di un 6!
C'è di tutto: long dress tempestati all over di paillettes, coat di piume di struzzo, applicazioni di cristalli, boleri di perle di fiume, pizzo, lamé, lurex... un vassoio di peperoni e uno di melanzane ripiene per festeggiare l'entrata finale di Moira Orfei sugli elefanti (non meno di due).
Di tutto... purchè brilli. Una gazza ladra in brodo di giuggiole che annaspa in un oceano di broderies questo nostro Zuhair che, colpito dalla necessità di creare la luce, come un pantocratore ci regala questa sua donna Enel, cangiante, splendente di luce alogena a 250W, metallica come l'acciaio inox 18/10 garantito a vita: e luce fu. La figura ritaglia il suo spazio nel proprio vestito: una dimora forse abitata troppe volte, inflazionata, délavé, che non regala niente di nuovo ma contempla un modo di fare couture sorpassato, vetusto. Indubbiamente couture e indubbiamente non più di un 6!
Mi hai fatto morir dalle risate! Condivido appieno e forse gli avrei dato anche di meno.
RispondiEliminaSono andatra a vedere il sito che dicevi.
Anche se non è il mio stile, riconosco che è dannatamente bravo!
Vero.. gli avrei dato di meno anch'io... ma alcune cose mi hanno ricordato una vecchia collezione di Dolce & Gabbana, con gli abiti lattina e long dress tempestati di cristalli a sfumare... poi quei peperoni e quellle melanzane erano proprio buonissimi ;-)
RispondiEliminaSì, è bravo ma... brilla, brilla, è troppo, è bling bling (si dice in italiano?), è il contrario del mio stile. Però bravo.
RispondiEliminaSe una couture ricorda una collezione RTW, mi sembra che sia un buon motivo per non dare la sufficienza.
RispondiEliminaPer quel che mi riguarda inorridisco e basta.
Si, non piace neanche a me... ma non si può parlare di Zuhair Murad come per gli altri stilisti... la moda libanese è molto diversa da quella italiana, inglese, americana... non si può paragonare un Zuhair Murad ad un Valentino o ad un Armani... hanno alfabeti differenti dettati da culture diverse... il determinismo incide sui linguaggi... in questo caso i sincretismi che si sono verificati sono moltissimi e questo, se non viene inteso come uno snaturamento, come "acculturazione", potrebbe essere visto come positivo, nel senso che si tende la mano alla commistione interculturale, spontanea e naturale...
RispondiEliminaSei molto gentile con Zuhair, ma la provenienza lontana dovrebbe essere solo motivo di arricchimento (vedi Issey Miyake). Quando però si ripropone lo stesso tubino dorato con maxi-cinturone di castità, preso paro paro dai D e G, la cosa risulta solo imbarazzante. In qusto modo va a farsi friggere qualsiasi intento interculturale di reciproco scambio.
RispondiEliminaNel complesso sono proposte destinate ad una clientela medio-orientale.
Il mio interesse verso questa roba e nullo.
beh, prendere Issey Miyake come riferimento non è adeguato... la cultura giapponese per certi versi è anche molto più avanti... tra un giapponese e un libanese, beh, ammetti che ce ne passa...
RispondiEliminaI riferimenti che ci sono nella sfilata si rifanno a Dolce & gabbana FW 07/09 e non a D&G.... e oltre al tubino ci trovi anche l'abito degradé di cristalli... molto simile... ma forse sono stati Dolce e Gabbana a prenderlo in prestito dalla cultura medio orientale, non viceversa.
Miyake è un esempio di scambio arricchente parlando di stilisti "non occidentali".
RispondiEliminaHo scritto "dai D e G", riferendomi agli stilisti. Ho ben chiara la distinzione e le proposte delle loro linee.
Che l'abito d'oro sia tipico libanese...boh! Mi sembra strano.
Qualche anno fa ho mangiato in un ristorante libanese a Dubai: uno spettacolo di odori, sapori e colori. Io fossi in Zuhair, punterei sulla ristorazione....
ahahahahah.... beh si... il libanese è buonissimo...
RispondiEliminaMiyake non c'entra nulla come paragone...
Perchè Miyake è paragonabile solo ai giapponesi? Non capisco.
RispondiEliminaMa dimmi Arora... che è indiano ma è già più vicino... più opulente, più circense... i giapponesi sono essenziali, lineari... sarebbe come paragonare Elbaz per Lanvin a Polanka
RispondiEliminaForse non riesco a spiegarmi.
RispondiEliminaMi interessava porre l'attenzione su stilisti provenienti da parti diverse del mondo, i quali hanno la capacità di mantenere i codici stilistici propri della loro terra e fonderli anche con la cultura occidentale, senza copiarla.
La provenienza, in questo discorso non ha importanza, ho puntato l'attenzione sull'approccio personale che in molti casi, rimane ben definito.
No no... ti ho compreso perfettamente... ma un conto è Miyake che essendo giapponese non ha problemi con la propria cultura che viene vista dagli occidentali come un punto di riferimento... quante collezioni origami? Quanti riferimenti al Giappone? ne abbiamo piene le tasche di certe collezioni... questo dimostra quanto quella cultura sia ben vista in europa, america e nel mondo in generale... se invece ti sposti nel Medio oriente è molto diverso. Chi vestirebbe come una Medio orientale? Marta marzotto? Quello stile ancora è molto di nicchia... o almeno quello couture, degli abiti ultrascintillanti, pieni di fronzoli, quel frangente kitsch insomma... sui red carpet lo indossano solo le medio orientali.
RispondiEliminaIl paragone tra Miyake e Murad quindi, a mio avviso, non sussiste... I linguaggi e le esperienze sono diverse per ovvie ragioni e un'esperienza è più ben vista e ben portata rispetto all'altra che, ovviamente, per essere competitiva sul mercato cerca, per certi versi, di occidentalizzarsi. Per quanto riguarda Miyake al max siamo noi a orientalizzarci con forme, tagli, silhouettes, sempre più minimi, con linguaggi sempre più all'osso di seppia, sempre più essenziali!
A proposito:
RispondiEliminama nel tuo guardaroba c'è qualcosa di "MARTA DA LEGARE"? Secondo me, si.
ahahahaah... marta da legare????? ahhahaha....diciamo che qualcosa c'è... una sahariana beige che sto indossando in queste sere... può andar bene?
RispondiEliminaPerfetto!
RispondiEliminaMi permetto di consigliarti l'abbinamento con un cappello e una borsa "Martissima".
Imperdibili!
Ciao ragazzi!
RispondiEliminapersonalmente trovo gli abiti molto belli ma non da hot coture. Piuttosto li vedrei benissimo indosso a pop stars quali Kylie, Beyoncé, Britney, Janet Jackson, Christina Aguilera nei loro Tour!
quello color oro a destra è meraviglioso. adoro comunque il primo e il terzo, ma il 2e il 4 no...
"La donna Enel",,,più azzeccato di così! :D
RispondiEliminaperfavore toglietelo dalla prossima haute couture !
Murad ,come Elie Saab, viene do una cultura ben diversa da quella occidentale ma con un suo fascino e poi è vero che a volte esagera con sberluccichii ericami calcando la mano su un conceto di femminilità unpo' datata ma ammetto che se avessi i soldi e le occasioni, preferirei indossare un suo abito piuttosto che impacchettarmi in una improbabile creazione di Miyake.
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