domenica 4 ottobre 2009

Le pagelle: LANVIN SPRING SUMMER 2010



Alber Elbaz disegna la giusta terra di mezzo tra la collezione ss 09 e la fw 09/10: peccato che questa sia però la ss 2010 quindi arriva con una stagione di ritardo e più che porsi realmente nel mezzo si pone necessariamente dopo.
Francese, bellissima, una collezione per Donne.
La cifra stilista di Alber si fa sentire in tutta la sua forza. La carta vincente delle precedenti collezioni, i volumi goffrati, le forme fluide, i barocchismi scintillanti vengono ripresi in tutto il loro magico fulgore, reiterati come un peccato di gola consumato che lascia già il posto per il brivido successivo... e Alber Elbaz dimostra proprio quanto questi brividi per lui siano importanti (in tutti i sensi). I volant si espandono, diventano quasi creste di drago, diventano un orlo copioso che rifinisce morbidamente i capi. I vestiti invece vengono gonfiati e ripresi in maniera quasi improvvisata, stretti da cinte e impreziositi da elementi come gioielli iperbarocchi e dal guanto unico, volutamente stiloso (clicca qui).
Nuovo elemento le maxi tutone, preziose nell'all over di paillettes, annodate, drappeggiate nelle tonalità del grigio fumo, del tortora e dello champagne.
Meravigliosi i gioielli, oversize, pataccone vagamente etniche da esibire come una santa reliquia.
Non c'è nulla di nuovo, tutto è stato già profondamente esplorato e conosciuto eppure la dimensione che si sciorina si ripresenta, nuovamente, ancora, come una singolare bellezza... una bellezza che si discosta solo leggermente da quello che era già stato la stagione precedente divenendo, sorprendentemente, un varco attraverso cui si può giungere alle soluzioni successive, sempre delicatamente diverse. Questo è il linguaggio di Albert per Lanvin, la cifra che fa di lui il "Francese" del fashionweek parigino.
Un 7 e mezzo molto, molto combattuto (razionalmente avrei preferito un 7).

4 commenti:

  1. Concordo, seppure in certi momenti si toccava un equilibrio bellissimo e TOTALMENTE Elbaz ( e questo è un maxi punto a suo favore, lo vedi a 10 km che sono Lanvin eppure questi vestiti restano portabili ), c'è un po TROPPO di tutto in questa collezione, ci vedi lo humour dei suoi resort/prefall, il drama, il nero, il colore, il vero, il falso.... sarà l'ultima volta che funziona l'incanto ? La domanda è come quella su Rodarte: what's next ?

    Comunque Parigi mi sta incantando sul serio: ieri Ackermann, Comme des garçons (!!), Viktor & Rolf ( geniacci !! ), anche Junya w. per certi versi... non vedo l'ora di scrivere le reviews, ho di nuovo gli occhi che brillano registrando tutte queste immagini sul computer... era ora !

    RispondiElimina
  2. Vero vero.. Parigi incanta a dovere.
    Stavo giusto vederndo Ann Demeulemeester con tutti i suoi riferimenti alla passione cristiana... alcuni elementi sono davvero fantastici, la stampa con la corona di spine (corona citata nuovamente nel parrucco) ho paura che diventerà un feticcio della prossima stagione, un cult tipo la maglia di Kane con la scimmia urlante. La voglio.

    Per quanto riguarda la Kawakubo, non lo so, non mi è piaciuta eccessivamente, ho preferito le visioni invernali, e di questa collezione, ovviamente, ho preferito gli abiti lunghi. Molte de-costruzioni le ho trovate gratuite, suggestive per la passerella ma il pensarle al di fuori non mi convince.

    Anche V&R non mi sono piaciuti eccessivamente però adori molto la dimensione surreale degli ultimi abiti rosicchiati: da nobel. Il tulle drappeggiato così seccamente non mi è mai piaciuto però, complessivamente, la collezione l'ho trovata carina.

    Comunque aspetto i video, li preferisco alle foto.

    RispondiElimina
  3. Forse 7 e 1/2 è troppo. V.

    RispondiElimina
  4. ma quanto mi piace questo stile! Lanvin è Parigi!

    RispondiElimina