mercoledì 7 ottobre 2009
Le pagelle: VALENTINO SPRING SUMMER 2010
Una favola leggera raccontata in un giardino fiorito, un mondo surreale abitato da creature eteree e scintillanti, impalpabili nei loro abiti di chiffon delicatissimo. Quest'ultima collezione di Valentino realizzata dal duo Chiuri & Piccioli ha qualcosa di meraviglioso da raccontare.
La donna diventa pergola affusolata su cui s'arrampicano serti di rose selvatiche, rami di biancospino, giovane nei suoi abiti a corolla dalle mantelle trasparenti come una Cyanea capillata, una medusa marina trasparente e fluttuante da indossare.
Questa è la favola di Valentino, una Dafne contemporanea che legge Armony, una bella Addormentata nel Bosco che in tailleur di pizzo ragnatela in fil di seta si punge il dito con una Singer e si addormenta nel suo sogno demi-couture dell'estate, una Biancaneve impettita come un fiore in un vaso di volants a spirale che manda in bestia la matrigna cattiva perchè non mangia mele che non siano della Val Venosta.
Il discorso della couture viene fondamentalmente ripreso e investito di una palette di colori totalmente diversa che dal nero viene virata sul "nude", sul cipria, verso il giallo paglierino, verso l'ecrù, alleggerendo la lettura dei particolare ricercati e preziosi.
Meravigliose le scarpe realizzate dall'architetto/cappellaio matto Philip Treacy che aveva già collaborato col duo nella couture precedente: il modello della cresta posteriore viene ripreso ma l'innesto è decisamente molto più particolare con introduzione di una coda di pizzo, rigido, che diventa quasi lo scheletro di un'ala di farfalla poggiata sul tallone o un ventaglio di cristalli di zucchero caramellato eretto verso il cielo.
Suggestiva, una dimensione suggestiva che riprende molti degli elementi cardine della maison e li traghetta verso un continente nuovo, dove il linguaggio e la tradizione della maison non vengono contemporaneizzati bensì rinfrescati, alleggeriti, condotti verso un'essenzialità non concettuale e secca bensì romantica permettendo così di mirare ad una fetta di mercato più giovane, di rivolgersi ad una clientela fatta di jeunes filles aristocratiche che possano risollevare con i loro fondi ereditati la crisi del gruppo Permira.
Una collezione meravigliosa, una couture imprevista che non può non meritare una lode (e questa volta non sono di parte).
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Comcordo, come al solito.
RispondiEliminaQuesti mezzi toni lievi mi coccolano gli occhi.
Il pizzo mi solletica dolcemente e le scarpine pungono la mia curiosità.
Complimenti.
Molto carina anche se non è il mio genere. Mi piace molto il pezzo giallo narciso indossato da Anna Selezneva. V.
RispondiEliminaBella bella bella... chissà la campagna pubblicitaria come sarà!
RispondiEliminaPer me c'è stato un passo avanti: i colori sono molto belli.
RispondiEliminaGli elementi distintivi della maison, mi sembrano usati a casaccio.
Comunque, secondo me, la loro prova migliore.
Per la campagna pubblicitaria, spero sia meno volgare dell'attuale con le modelle a gambe aperte!
RispondiEliminaUsati a casaccio? Cosa intendi?
RispondiEliminaNon è facile spiegarlo, penso che fondamentalmente sia una questione di gusto. Mi è sembrato di cogliere una miscellanea di cose tenute insieme solo da un'uniformità dei colori, alle quali si è voluto dare forzatamente un'impronta Valentino, attraverso le sue icone. Non ho visto l'essenza Valentino, ma solo un richiamo fatto con superficialità.
RispondiEliminaMi sembra che il duo sia ancora in una fase transitoria, dove non copiano più spudoratamente gli abiti storici, ma non sanno nemmeno dare un'impronta personale. Anche se la continuità con la couture è innegabile.
Risulta palese che l'obiettivo principale sia quello di attirare clienti più giovani, però alcune proposte mi sembrano un pò "buttate lì", non sentite...
Dici? Per me quest'impressione è dovuta al fatto che questa collezione è molto simile alla couture quindi ancora lo stile non è delineato... nel senso che ci sono pochi elementi per decifrarlo, oggettivarlo.
RispondiEliminaAnzi, io vedrei questa collezione proprio come un perfezionamento della couture per l'inverno di cui conservo ancora delle riserve.
Con il "forzatamente" non sono d'accordo.
Primo perchè ci cono molte citazioni del lavoro del Garavani però più alleggerite nella realizzazione, più fresche.
Secondo: l'essenza di Valentino c'è nel confezionamento... non dimentichiamo quello che succede da Balenciaga con Ghesquiere... l'essenza si tramuta in un nuovo linguaggio... e forse questo è il vero senso del passaggio della maison dalla generazione Garavani a quella C&P.
Si, sono sempre più convinto che sia solo una questione di gusto.
Sulla questione Balenciaga io non mi so spiegare come possa succedere una cosa del genere. Al di là che non mi piaccione le cose di Ghesquiere, però non capisco proprio il senso di continuarle a firmarle Balenciaga. Secondo me il disegnare per una maison così importante, dovrebbe voler dire rispettarne a pieno il dna e usare la propria creatività per portarla, adeguando i codici storici, nella contemporaneità, ma sempre nel pieno rispetto di cosa c'è stato prima. Il cancellare completamente ogni pur minimo riferimento lo trovo quanto meno irrispettoso. Tanto vale dargli il nome di chi la disegna attualmente che ha un'identità così spiccata da poterselo permettere.
RispondiEliminaGhesquiere riprende di Balenciaga lo stile avanguardistico.. l'andare oltre la visione che il proprio tempo offre. Fare avanguardia nel 2010 è diverso dal fare avanguardia negli anni 60... le convenzioni sono diverse e sarebbe abbastanza triste ritrovare, ora, un Ghesquiere a reinterpretare l'abito impero ripreso a sua volta dal Balenciaga stesso. Ho preferito il suo riprendere l'abito a uovo e dischiuderlo in una collezione bianca meravigliosa, fatta di riferimenti totalmente stravolti che perdono quella connotazione elegiaca a mio avviso spesso deleteria, disastrosa (la Facchinetti l'abbiamo amata proprio per questo). Molto spesso mi domando quanto sia sia necessario, in maison Valentino, riproporre il fiocco o il rosso se comunque questi elementi sono legati alla poetica di uno stilista e a un certo periodo di tempo.
RispondiEliminaPer me l'importante è conservarne lo stile, "la bellezza" (capisci a mme)... il resto va reinventato... Ghesquiere per me è un bellissimo esempio...
E' tutto giusto quello che dici.
RispondiEliminaRagionando però per assurdo e potendo slegare l'aspetto commerciale da quello artistico, io sarei per far nascere e morire una maison con l'opera del suo fondatore.
Il sig. Garavani è stanco e vuol giustamente godersi quello che ha costruito, benissimo: la Valentino s.p.a. chiude. Rimane soltanto il mito! Invece questo non è possibile e bisogna andare avanti. Io sono per riutilizzare i punti saldi della maison, magari solo accennati, stravolti, reinterpretati ma devo avvertire la contunuità e l'appartenenza ad un certo mondo. Le cinture con il fiocco rosso della Facchinetti sono per me, un esempio di grande raffinatezza.
Altrimenti un designer così dotato come Ghesquiere fonda un suo marchio e traccia la sua strada. Dirlo è facile ma in pratica sappiamo quanto sia difficile. Avere alle spalle una struttura solida come quella di Balenciaga, fa dormire qualche ora in più...
Esagerato!!! Certo che si possono utilizzare gli elementi storici del marchio ma non necessariamente... trovo stupido leggere recensioni di fior di critici che recitano "mancava il rosso"... "non c'erano i volumi a uovo"... è sempre un minimizzare per non andare mai oltre... per non voler vedere.
RispondiEliminaSono contento che comunque la collezione ti sia "piaciuta"... ! ;-D
Questa collezione è tra le più belle viste nelle ultime fashion week è tutto perfetto,non c'è un outfit sbagliatoa mio parere!<3
RispondiElimina@Icons: Icons for president!!!!! :-*
RispondiEliminaLa migliore di questa stagione!
RispondiEliminaAnzi! Esagero! La migliore di "Valentino" (dopo l'inverno 2006 che mi è rimasto nel cuore).
Ma tutto questo è il mio punto di vista ;)
Colori a parte e acciaffi vari...è una (brutta) falsa riga della couture...Squadra che vince non si cambia??
RispondiElimina@Elia: No no... è anche il mio punto di vista carissimo Elia (anche se non bisogna dimenticare la parentesi della Facchinetti).
RispondiElimina@Anonimo: Il fatto che si rifaccia alla couture non è un punto di svantaggio... anzi... una bella continuità... bella scelta... almeno è una collezione diversa e non si sovrappone alle altre... tra collezioni diverse di diversi designer ho notato delle aderenze terrificanti.
Evviva evviva evviva ,finalmente la sfilata PAP di Valentino torna a brillare nell'olimpo delle sfilate di moda.Le ultime fatte da Monsier Valentino non erano propio un granchè e la parentesi Facchinetti (indubbiamente brava) è durata troppo poco per meritare un giudizio.
RispondiEliminaLa collezione è ,secondo me,stupenda.
Come accaduto nella Couture gli elementi classici della Maison vengono ripresi e reinterpretatai,seppur con il classico tocco elegante,in chiave assolutamente contemporanea.
I color sono stupendi e abbinati perfettamente alle organze e agli chiffon utilizzati.
I capi in pelle iperlavorata con ruches e fiori sono splendidi,per non parlare delle scarpe ,veri oggetti del desiderio...se un giorno dovessi mai riuscire a coronare il sogno di una collezione tutta mia,vorrei che l'impatto fosse propio così,semplicemente perfetto...
Semplicemente perfetto... rende l'idea in modo "semplicemente perfetto".
RispondiEliminaVero, il punto di forza di questa collezione è la semplicità, la perferzione del confezionamento.
Molto Rock'n Rose Couture, il profumo di Valentino... io ci trovo un parallelismo perfetto.
Le scarpe sono spettacolati, se dovessi vederne un paio in giro giuro che mi inchino.
La parentesi Facchinetti, a mio avviso, era più corposa, più sartoriale... indimenticabile.
Quella sfumatura sartoriale io nel duo non l'ho ancora ritrovata (solo nella prima couture ma, non lo so, a mio avviso c'era lo zampino del garavani).
Rimane che il duo mi piace, anzi, come vedo ci piace... e va bene così.
Bellissima collezione.
Esatto, molto Rock n'Rose Couture ! Esatto ancora una volta, Facchinetti era un'altra cosa, "indimenticabile".... ma questa collezione è comunque BELLA. Un point c'est tout come si direbbe in francese ! Forse discuto la tua 'lode'...
RispondiEliminaQuanto mi ha fatto ridere il tuo comment, specie su Galliano ! Comunque grazie per i complimenti, il post mi ha preso un tempo folle sopratutto per quelli stupidi montaggi... xD
Ma era affascinante riscoprire tanti di quei 'livelli' in queste collezioni !
Comunque Galliano non poteva non intrigarmi, essendo io un adoratrice del 'brutto' nel senso domodossoliano del termine... e di Gillray. Percio il mix delle due cose non mi è dispiaciuto, anche se certo è fra le mie collezioni 'meno preferite' !
Su Yohji hai ragione che c'è forse un po troppo di tutto, la notizia della bancarotta non mi stupisce poi piu di tanto.... il mio cuore comunque sanguina sempre per Dell'Acqua. Per caso lo sai cosa gli succede esattamente ?
Scappo perche devo finire la mia valiiiiiiigia.
E è mezzanotte, mannaggia mannaggia......
Beata te RV... ti auguro un buon viaggio e ci si becca al ritorno... mandami una cartolina.
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