Le pagelle: MAISON MARTIN MARGIELA SPRING SUMMER 2010

Il sogno Margiela è in frantumi. Dopo la conferma dell'allontanamento dalla maison dell'evanescente Margiela (clicca QUI per la foto), non operativo nell'ambito progettuale da diversi mesi, arriva la collezione flop che conferma i timori espressi da molti critici: cosa sarà Maison Martin Margiela senza Margiela?
La vacanza sembra essere finita, lo testimonia il poster delle Bahamas sgualcito e appicciato sul corpo di una modella come un manifesto Valtour sulla parete di un'agenzia viaggi, un'improvvisazione deliziosa, una delle poche della collezione. Le giacche si destrutturano, un panno Pronto per lo spolvero appiccicato su una camicia rimane impettito prima che l'appretto si ammorbidisca e lo trasformi in una crepes anemica sbatacchiata sul petto, gli stivali diventano pantaloni gessati nel vero senso della parola, dei tubi rigidi in cui infilarci le gambe per poi andarsene in giro per la city come Pinocchio dopo la castrazione chimica, come geppetto imbottito di Viagra.
Belli gli abiti in pelle, i cuissards legati in vita da briglie (che hanno cavalcato le precedenti collezioni grazie all'inventiva di designer come Miuccia Prada e Hussein Chalayan) aderiscono perfettamente, quasi scomparendo nel full leather degli altri capi per un effetto molto forte (e molto Owens)! Una collezione Margiela che cavalcasse le tendenze non s'era mai vista e risulta abbastanza singolare se si considera che il marchio più che cavalcarle le tendenze le creava anticipando, con uno scarto notevole di diverse stagioni, tutti gli altri marchi.
Un 5!