giovedì 10 dicembre 2009

Le pagelle: GARETH PUGH SPRING SUMMER 2010


Grigia come una mattina in una grande metropoli e fredda come la nebbia densa delle cinque la collezione SS 2010 di Gareth Pugh ha poco dell'incanto e della magia delle favole ornitologiche tessute da McQueen che aprono una porta direttamente sulla meraviglia. Ogni visione Pughiana ha in sé un nucleo di discordia che anima la collezione: è un suono metallico che insegue la sua eco in una stanza ermeticamente chiusa. Un corvo con una livrea di cenere, che dall'argento si spegne nel canna di fucile, e percorre con forza inesauribile la silhouette che a tratti è fasciante, una guaina di elastene in cui farsi rubare il respiro, e a tratti è aerea, aperta grazie agli avvolgenti trench iperspaziali o ai long dress tagliuzzati come un corpo nelle mani di un carnefice. L'atmosfera è sinistra, una dimensione accentuata da elementi quasi monacali, dai capi frusti, consunti dall'irreale pellegrinaggio, dalla condizione di eremitaggio corporeo e spirituale. La colonna sonora di Matthew Stone, Requiem for a Dream, invita, seppur nel suo spirito apocalittico e marziale, al raccoglimento. A metà tra Blade Runner, Uccelli di Hitchcock ed Hellraiser sembra più il lavoro di un costumista cinematografico che una collezione costruita per essere venduta. Alcuni capi ricordano spudoratamente Rick Owens che, di gran lunga, preferisco. Un 6.

2 commenti:

  1. Recensione strepitosa. Concordo su tutto. Tranne il voto...

    Sto organizzando una cena con Gareth e Anna (Molinari) per cercare di farli contaminare.
    Ovviamente sei invitato anche tu. Vieni?

    Per ilmenù cosa consigli?

    RispondiElimina
  2. Dove? No, ho litigato con Anna perchè in un brunch del mese scorso organizzato al De Riviera mi ha sputato volutamente nel piatto.

    Per il menu? Uova di storione miste a brecciolina lavica setacciata

    RispondiElimina