Tutto il dna della maison filtrato attraverso la cifra di Stefano Pilati per questa meravigliosa collezione Yves Saint Laurent FW 2010 2011. Il vinile viene integrato nel guardaroba pensato da Pilati, in special modo sulla giacca: è proprio sulla giacca infatti che due alette di mosca si aprono catalizzando tutta l'attenzione. Un meraviglioso artificio specialmente quando questa coccola per gli occhi diventa una cappa impermeabile che scivola sul tailleur. La camicia, bianca, quasi carta immacolata, simbolo della maison, celebrata nel collo, viene proposta in diverse modelli fino a quello con maniche a sbuffo tagliate sul davanti e deliziato con guanti a mezzo braccio nella tonalità del fucsia. Belli i contrasti affidati al bianco e al nero, al fucsia, all'azzurro e al giallo, un miracolo invece il copricapo dalla tesa asciutta, morbida, che ad orecchio di Fido cade sulle spalle. Grande attenzione agli accessori, alle borse, alle catenelle dorate con ciondolo silhouette, tipicamente parigino, indossate come collane vezzose o cinture su gonne a vita alta. Come rovinare una collezione? Con una scarpa, in suede, con barba o cresta di pelo terrificante come un' ape nella macchina mentre guidi sulle montagne e le caprette ti fanno ciao e fuorimoda anche per andare a raccogliere le olive nell'interland barese. Deliziosa. Un otto e mezzo.
Bella prova per Pilati. Mi piace molto.
RispondiEliminaCome hai scritto anche tu, è chiara la percezione di un Saint Laurent trasportato ai giorni nostri.
Io darei 0 solo per le scarpe vomitevoli
RispondiEliminaE per il resto?
RispondiEliminauna delle collezioni più belle di Pilati!
RispondiElimina...per il resto mediocre...a partire da quelle collane con la sagoma strana(ma cosa è raffigurato??),poi il solito bianco e nero...non mi ha entusiasmato
RispondiEliminaL'ultimo abito giallo era carino pero
A me la cappa "monaca di Monza" piace molto! La trova elegante e originale.
RispondiEliminaUna collezione tagliata al bisturi, intelligente, con un uso drammatico dei colori detti 'primi' e una drammaticità teologica... e poi che bella la cappa turchese da 'manta religiosa'....
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