Nuova collezione firmata Philo per Celine: c'è chi grida al miracolo! Le piaghe purulente si ricostituiscono nello scavo che la giovane designer appronta per raccontare l'anima di questo meraviglioso marchio.
Pelle, bianco, nero, blu, colori naturali, tagli decisamente essenziali condotti sul dente di una squadra ma preziosi e concettuali, tendenzialmente '70: inizia la costruzione della donna intelligente by Celine.
Il caban, dal taglio sportivo, diventa un passepartout elegante e chic, con spacchi, tasche di pelle nera, colli ad imbuto, asincronie di bottoni a contrasto e strategiche asimmetrie immerse in un blu vischioso che fa invidia alla notte. Intensa nel pallore delle camicie aperte come un giglio, nel pizzo esangue e virginale che infonde all'incarnato un biancore quasi santo, plastica nell'uso della pelle che s'accartoccia nei volumi, nella forma sartoriale tirata col gessetto e sbozzata con gesti fermi e chirurgici, morbida nei cappotti di montone profilati di pelle (delizioso quello bianco). Fantastici gli accessori, le borse e le bustine di pelle effetto vintage, fredde, quasi prototipi ingentiliti dagli elementi dorati della chiusura a bottone e dalle catenelle, i bracciali e le scarpe con tacco dorato.
Deliziosa, una collezione intelligente e versatile, concettualmente elaborata: la dimostrazione che per realizzare una bella collezione a volte più che aggiungere basta togliere quello che non serve. Un 8 e mezzo.
Pelle, bianco, nero, blu, colori naturali, tagli decisamente essenziali condotti sul dente di una squadra ma preziosi e concettuali, tendenzialmente '70: inizia la costruzione della donna intelligente by Celine.
Il caban, dal taglio sportivo, diventa un passepartout elegante e chic, con spacchi, tasche di pelle nera, colli ad imbuto, asincronie di bottoni a contrasto e strategiche asimmetrie immerse in un blu vischioso che fa invidia alla notte. Intensa nel pallore delle camicie aperte come un giglio, nel pizzo esangue e virginale che infonde all'incarnato un biancore quasi santo, plastica nell'uso della pelle che s'accartoccia nei volumi, nella forma sartoriale tirata col gessetto e sbozzata con gesti fermi e chirurgici, morbida nei cappotti di montone profilati di pelle (delizioso quello bianco). Fantastici gli accessori, le borse e le bustine di pelle effetto vintage, fredde, quasi prototipi ingentiliti dagli elementi dorati della chiusura a bottone e dalle catenelle, i bracciali e le scarpe con tacco dorato.
Deliziosa, una collezione intelligente e versatile, concettualmente elaborata: la dimostrazione che per realizzare una bella collezione a volte più che aggiungere basta togliere quello che non serve. Un 8 e mezzo.
Verissimo in questa collezione è bastato togliere per colpire.
RispondiEliminaMa che fine ha fatto la povera e tenerissima Ivana Omazic????
Concordo! Personalmente amo davvero le borse!!
RispondiEliminaA.
Semplicissime... ma fantastiche
RispondiElimina@Elia: Ivana? Ah, si, cara ragazza, lavora all'Ipercoop nel reparto ortofrutta... ora come ora mi sfugge il paese.
RispondiEliminaTroppo plebiscitata però è vero che il ritorno del modernismo è (piu che) benvenuto !
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