Misto fritto siderurgico by Gareth Pugh. La storia si ripete: futurismo spinto per la cyber collection del giovanissimo designer londinese costruita attorno a silhouette ultra slim effetto candle in the wind su cui si strutturano capi rigidi in neoprene (applicato a sezioni sia sulle maglie che sui leggings) che come scorze coriacee, come crisalidi filate ed indurite dal vento gelido, racchiudono questo bruco esile, ancora esangue, fino a quando il bozzolo, rotto, soprende non con una farfalla ma con un galletto Vallespluga nella stagnola: nylon stampato con alluminio che non teme nè le tarme nè il microonde. Più "spinta" e difficile rispetto alla FW 2010.11: Pugh ritorna al suo gotico spaziale d'origine scegliendo il grigio al nero; che sia ghiaccio o alluminio poco importa purchè il colore sia un non colore, una tinta vampiro capace di succhiare linfa vitale e vivacità a qualsiasi altro colore. Bei capi che si lasciano reinterpretare: un 7 e mezzo.
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