Felicity Brown, nuova leva della fashionweek londinese, continua le sue escursioni sul territorio forma con una collezione ispirata al teatro, alle sue forme più intime, al costume di scena che, aperto, si lascia scrutare dagli occhi indiscreti dei curiosi rivelando strati e spessori sedimentati attorno ad un'anima terribilmente romantica. Un disordine equilibrato disegnato come un soffio che scompone una corolla di petali di seta sfumati, una corona di pistilli nastriformi di cotone: ruches aggrovigliate che rivelano suggestioni altamente drammatiche .
Se l'arte di Fontana si fondava sulla chirurgia di un taglio quella di Felicity sull'immediatezza quasi sonora di uno strappo capace di rivelare lo scheletro delle cose. Tutto è un poesia scritta per scoprire cosa resta dopo lo spettacolo, quando i rilfettori si spengono e i fantocci di scena rimango appesi alle pareti, riposti nei bauli, in attesa di essere nuovamenti animati. Terribile, da far piangere. Un 10.
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