Amo viaggiare.
Prendere il superfluo, ficcarselo in valigia e partire verso una meta sognata: è quello che facciamo da otto anni a questa parte io e il mio compagno, una sorta di full immersion in Europa verso un punto concordato. Avevamo nostalgia dell'Italia... sognavamo la Sicilia. Dall'anno scorso la Sicilia ci frullava nella testa grazie ad alcuni racconti di nostri amici su Favignana... storie da bagnasciuga nate per aspettare il tramonto.
Ok: tre giorni a Palermo e due a Siracusa.
Ok: tre giorni a Palermo e due a Siracusa.
Siamo ancora a metà del nostro viaggio, domattina riprenderemo la nostra roba, partiremo alla volta di Piazza Armerina e successivamente prenderemo posto a Siracusa con la speranza di ritrovare almeno un minimo di quella Sicilia dei sogni che i depliant turistici raccontano.
Palermo è una città da dimenticare... neanche il cimitero di Montmartre mi era sembrato più desolante. Sporca, maltrattata, imbrattata... una città in rovina mangiucchiata dall'interno dai suoi stessi abitanti. Una discarica a cielo aperto dove le bellezze naturali, paesaggistiche, convivono con la sporcizia ed un rifiuto dell'estetica innato, ricevendo lo stesso rispetto che un adolescente regala ad un poster di Nek dell'anno scorso.
Il vecchio marcisce accanto al nuovo (?), i ruderi della seconda guerra mondiale gettano ombre torbide sulla favola dell'isola bella... il fervore religioso é una maschera per giustificare l'esistenza di quattro sante immacolate (e delle loro relative sculture) maltrattate dal tempo e dallo smog, dall'incuria e dalla maleducazione che le lascia li a marcire mentre, a mani giunte, invocano un restauro che è più facile arrivi dall'alto e non dal basso.
Se a questo ci aggiungiamo uno scampato scippo in pieno centro che ha traumatizzato le nostre vite in vacanza il cerchio è conchiuso. C'era una volta Palermo... o forse quella che avevamo immaginato non c'è mai stata. Una città è lo specchio di chi la vive... ed è evidente che a Palermo c'è gente che vive veramente male.
Palermo è una città da dimenticare... neanche il cimitero di Montmartre mi era sembrato più desolante. Sporca, maltrattata, imbrattata... una città in rovina mangiucchiata dall'interno dai suoi stessi abitanti. Una discarica a cielo aperto dove le bellezze naturali, paesaggistiche, convivono con la sporcizia ed un rifiuto dell'estetica innato, ricevendo lo stesso rispetto che un adolescente regala ad un poster di Nek dell'anno scorso.
Il vecchio marcisce accanto al nuovo (?), i ruderi della seconda guerra mondiale gettano ombre torbide sulla favola dell'isola bella... il fervore religioso é una maschera per giustificare l'esistenza di quattro sante immacolate (e delle loro relative sculture) maltrattate dal tempo e dallo smog, dall'incuria e dalla maleducazione che le lascia li a marcire mentre, a mani giunte, invocano un restauro che è più facile arrivi dall'alto e non dal basso.
Se a questo ci aggiungiamo uno scampato scippo in pieno centro che ha traumatizzato le nostre vite in vacanza il cerchio è conchiuso. C'era una volta Palermo... o forse quella che avevamo immaginato non c'è mai stata. Una città è lo specchio di chi la vive... ed è evidente che a Palermo c'è gente che vive veramente male.