Ennesimo centro di Paglialunga che con Vionnet sembra collezionare una serie di successi "teorici" che giungono, come i grani di un rosario, uno dietro l'altro. Teorici perché se la critica lo apprezza per il lavoro di re-styling che sta conducendo in maison Vionnet con grande impegno presentando sempre collezioni moderne, dotate di un proprio peso specifico e capaci di conquistare anche il grande pubblico, gli editoriali come Vogue e compagnia bella si sprecano dietro le barzellette di Vuitton e Marc Jacobs, o collezionano la polvere di Tom Ford sparpagliata come fosse oro. Una collezione ricercata e giocosa, raccontata con geometrie di colori accesi che profilano camicie e vestiti dalle maniche a kimono o arricciati sul seno in un avvenente monospalla. Predilezione per le linee pulite vagamente anni 60 con volumi fermati sul ginocchio o a metà coscia per il giorno... lunghi e fluidi per la sera. Un guardaroba affogato sempre nel colore o in un dualismo di tinte contrastate nel caldo-freddo, come nelle stampe foulard, che producono deliziose suggestioni termiche. Meravigliosa.
Eh già!
RispondiEliminaP.S.
L'hai ballata Pedro della Carrà?
Che scemo... io pensavo di trovare un frammento video che mi permettesse di scovare l'Arca della Nuova Alleanza... o il Santo Graal. Invece... la Carrà! Mi sono slogato una caviglia a causa di quelle Raimbow Pump Prada che casualmente mi trovavo ai piedi! Ti punirò.
RispondiEliminaTutto calcolato, l'intenzione era di azzopparti!
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