A chi si aspettava una collezione d'addio favolosa, un pò di malinconia o una di quelle cose capaci di riassumere la storia di questa seconda linea in un'unica soluzione il fato ha voluto riservare nuovamente il nulla. Il foulard diventa un top, una gonna, un vestitino, una camicia... e poi nuovamente un top, una gonna, un vestitino, una camicia... e ancora un top, una gonna.. fino a che dopo dieci uscite non tentate il suicidio tentando di andare a sbattere violentemente la testa sul primo tablet in uso di fronte a voi frantumandovi il cervelletto (o quello che ne era rimasto). Interessante come un procedimento per fare una soppressata doc utilizza il foulard e la stampa foulard come un feticcio, un elemento che alla fine si troverà a contaminare anche l'interno delle vostre mutande. Ha lo spessore di un album incompleto di figurine di Pollyanna: un 5.
concordo con il voto perchè non è presente un minimo d'ingegno e di innovazione!!la stampa può essere carina (fa un po' troppo versace) ma dopo 500 outfit ti viene voglia di bruciarla!!!non deve essere male però avere un vestitino così nell'armadio!!!:)
RispondiEliminaALEXANDRE
Io non la trovo male,certo senza nulla di nuovo e di innovativo,ma nel complesso divertente seppur ripetitiva all'ennesima potenza.Ma se la contestualizziamo come ultima sfilata,come ultimo show del marchio D&G allora propio non ci siamo,non ha per nulla il sapore "dell'addio",tanti anni del marchio non sono stati valorizzati da quello che poteva essere un perfetto spettacolo di chiusura.....
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