venerdì 14 ottobre 2011

Le pagelle: JEAN PAUL GAULTIER SPRING SUMMER 2012


Se non è kitsch non è Gaultier. E' una di quelle cose che vanno accettate così come vengono, in toto, come moglie e figli. Non si esce vivi dagli anni 80, l'illeso nasconde sempre brutte cicatrici. Come in questo caso. Prendi una lesbica allo stato brado, di quelle che al mare invece di indossare un bikini si avvitano addosso un copertone, e mettetela di fronte ad un armadio zeppo di roba e abbandonato a metà dicembre dell'89, mettetele in mano un cartellino da foto segnaletica e la collezione è fatta. Come se per rendere la collezione più interessante bastasse far sfilare una con la testa mezza rasata, i polpacci pesanti come il tronco di un cipresso e la pelle tatuata con le immagini del catalogo "compagnia del giardinaggio: 30 di spesa e 5 euro d'omaggio". Varia, sfila senza musica in mezzo alla calca di invitati seduti su sedie di legno in stile "Trattoria Giannotta". Ne avevamo bisogno? Meno male che non si pagava il coperto. Un 2.

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