Pur proponendo varie soluzioni all’interno della stessa collezione i lavori di Dell’Acqua risultano sempre e comunque coerenti al suo già dichiarato dna. Infatti è uno di quei pochi designer che continua a lavorare instancabilmente sul suo concetto di femminilità partendo proprio dal suo cuore, senza nascondersi dietro inutili e alquanto improbabili fonti d’ispirazione… l’Oriente.. le forze armate, la pittura di non si sa quale lontanissimo artista. Quello che si vede di Dell’Acqua è quello che Dell’Acqua ha voluto e pensato per sé e per la sua collezione. Tutto qua. C’è sempre un po’ di Liberty, un dettaglio (questa volta nelle piccole bustine con zip), una stampa, che disegna i suoi RTW con grafismi iconici, divertenti e molto raffinati. E di raffinatezza infatti si parla con questa collezione fatta di volumi costruiti con consistenze diverse: pesante e ultraleggero convivono in simbiosi in un ritmo dialogico acceso. Una sottana d’organza sguscia da sotto un cappotto di lana, da sotto una manica… o ne nasce una doppiatura fumosa su una camicia immacolata. Delizie i numerosi verdi, carichi di profondità, vibrati in un melange dinamico e alternati al carne, che regala un’intimità da letto, al turchese, al grigio e al nero. Elemento che caratterizza tutta la collezione il guantone da giardiniere, in pelle, over, decorato con charms applicati sul dorso per un effetto paralisi dell’arto superiore decisamente sconveniente. Una bella prova, forse troppo poco caratterizzata: rimane defilata nella sua bellezza un po’ anonima e silenziosa senza quell’accelerata di cui avrebbe avuto bisogno. Un 7 e mezzo.
Io amo...cioè...per forza..però condivido pienamente il voto e quanto dici, anche se sono convinto che se l'avessimo vista dal vivo avremmo carpito qualcosa in piu'...
RispondiEliminarobs