mercoledì 24 ottobre 2012

Le pagelle: CO|TE SPRING SUMMER 2013


Prima furono i palloncini, poi la stampa marmo e i quadretti dei quaderni delle elementari, ora invece è la foglia dell'agave a deliziare la stampa nell'universo CO|TE. Basic la silhouette, con tagli geometrici che ricordano i solidi studiati nelle ore di geometria, quelli colorati con i colori a spirito e gli evidenziatori Uniposka, ed una tendenza allo sporty che regala alla figura femminile uno stile androgino e pulito. La vita si alza, sia per shorts che per gonne e pantaloni, con un'attenzione particolare data alla cintura: portata come un accessorio determinante nella costruzione dell'outfit stesso segna il punto di mezzo tra bacino e seno nei long dress basici come tuniche, nelle costruzioni camicia-pantalone garçon e in quelle top-shorts, top-robot mini. Organza, seta e raso si alternano a pelle effetto cocco e ad una deliziosa maglia che regala una pillola di dolcezza velour in un universo decisamente più croccante. Delizioso il tono plaster del cappotto bianco con stampa agave, il fragola accostantato naturalmente al nero, il classico arancio zucca by CO|TE (leggermente desaturato fino a diventare mandarino), il mattone, il blu notte, i toni argilla ed il giallo brillante. Occhio anche agli accessori: borse con maxy fibbia, tracolle (deliziose) e i classici della maison: zainetto e bustina "mail" in nuove colorazioni o fogge. Singolare la scelta della modella: orientale, una madonna botticelliana con gli occhi a mandorla, a metà tra l'attrice di un film di Wong Kar-wai ed una donatrice di ciocche di capelli per extension. Il premio Pantene 2012 assolutamente alla modella, piacevolissima come sempre la collezione.

martedì 23 ottobre 2012

Le pagelle: HUSSEIN CHALAYAN SPRING SUMMER 2013


Cappelli floppy con enormi tese di plastica colorata, annullamento della tridimensionalità con camicie e giacche inamidate, volumi piatti e ripidi, lunghi abiti simmetrici e lineari indossati come potrebbero essere indossati dei mattoncini delle lego. La rigidità della geometrie, la razionalità della linea, mai spezzata, trova un letto morbido nella curva sinuosa che interessa giacche e top, in un movimento ondoso continuo nel quale confluiscono tutte le forze del gioco. Bello il dialogo cromatico, sempre acceso: verde clinico sul bianco e sul grigio, toni neon e doppiature che glassano le superfici e le conducono verso tonalità filate, zuccherose, stemperando l'angolo retto disegnato dalle spalle a stampella su cui i trench sembrano restare appesi come su una gruccia. Per alcuni versi ricorda Margiela con cui Chalayan ha sempre condiviso l'amore per la sperimentazione e per il design d'avanguardia, il concetto di "abitare un museo e non il guardaroba". Capi da indossare seguendo attentamente le informazioni del foglietto illustrativo, in perfetto stile Ikea. Deliziosa, non vi rimane che andare a guardarvela. Un 9.

martedì 16 ottobre 2012

Le pagelle: ROBERTO CAVALLI SPRING SUMMER 2013


Roberto Cavalli è sempre Roberto Cavalli. Può anche andare di moda il color block, il minimale (della serie che se li segui non vendi), il glamour, il vitaminico, ma Cavalli rimane sempre Cavalli: collezioni zingare, barocche, confuse come uno zio con l'Alzheimer che fa cento volte il giro dell'isolato all'ora di pranzo e pensa di essere arrivato in Svizzera dai parenti per l'ora della limonata. Bianco assoluto l'entrée, un bianco che diventa una fittissima parure di grigi grazie alle lavorazioni a frange di pantaloni e gonne, al pizzo leggero come una ragnatela e alle trasparenze seriche dei nylon. Dal bianco assoluto ci si sposta gradualmente verso il verde lime, il rosa ed il nero, attraverso stampe botaniche esili come prodotti d'Art Nouveau ed un'animalier che non è mai totale, ma è utilizzato con un criterio di giustapposizione che rende equilibrato l'outfit nel contrasto affatto leggero stampa-ricamo.
Lungo per la sera, effetti wet in nero realizzati con all over di paillettes su abiti destrutturati, scavati, sinuosi come cigni bruni dal collo lungo.
Cavalli va da sé, segue la sua strada tortuosa, spara addosso alla sua donna un secchio di capi, come un cacciatore con un fucile a pallini sparerebbe su una quaglia, che sorprendentemete funzionano sovrapposti gli uni agli altri, in una piramide il cui vertice è occupato da uno styling come sempre azzeccato. Peccato per gli accessori che, sempre vari e preziosi, non riescono a ritargliarsi il loro spazio, ad attirare l'attenzione, a differenza delle altre maison che riescono a produrre per ogni nuova collezione sempre nuove icon!
Un 7.

lunedì 15 ottobre 2012

Le pagelle: SAINT LAURENT SPRING SUMMER 2013


Dimenticate Stefano Pilati, la raffinatezza e l'eleganza ricercata dei suoi discorsi all'interno della maison Yves Saint Laurent... è tutta acqua passata. Hedi Slimane, nuovo direttore artistico, ci riporta ad una dimensione più storica, colta e filtrata attraverso un point of view rocchettaro che conduce la storica maison a tendere la mano a Frida e al suo lavoro presso Gucci per le stagioni passate.
Una collezione dedicata a Bergé, un lavoro che passa trasversalmente a toccare tutti i momenti salienti della produzione di questo marchio mondiale che ha  fatto di Yves un guru del mondo della moda. La saharienne, lo smoking, il gipsy seguono la traiettoria verticale della silhouette che, anche quando è ariosa e over come con i modelli flou, disegna una figura esile ed affilata. Ultra slim e flottante, pelle Vs chiffon-seta-georgette, in un alternarsi continuo di pesi e proporzioni differenti uniformati in un look che cita senza mezze misure gli anni 70. Hedi Slimane c'è tutto... e se avessero voluto qualcosa di diverso non l'avrebbero sicuramente scelto. Non giunge inaspettata come una sorpresa questa allevatrice di miny pony castrati: il maneggio è una continua citazione che attraversa l'archivio storico di Yves come un fulmine, spazzando via il lavoro di Pilati e riportando la maison (almeno per ora) ad uno stato selvaggio, meno controllato. Rimane comunque un buon lavoro: al di là dello styling, che può piacere come può piacere a qualche feticista l'odore della biancheria sporca, ogni singolo pezzo sembra attestarsi come una certificazione di altissima sartorialità. Un 6 e mezzo.

giovedì 11 ottobre 2012

COVHERLAB "Elliptical Path" SPRING SUMMER 2013


Colorata e divertita, suggestiva nel suo glamour pop, niente a che vedere con l'inverno precedente dove la chirurgia della linea e del segmento avevano generato un polo architettonico freddo e inusuale. Filigrane metalliche ed iridescenze, bave di nylon e skyline argentati all'interno di una palette cromatica juice, strutturata a blocchi, satura di colori assoluti. Basic i tagli: dal pantalone carrot, un pò clownesco, ai top, dai semplici dress-canotta ai pantaloni a tulipano. Colli sciallati invece per giacche e coat (l'ultimo da destra nel collage conserva delle fogge un pò difficili, ostiche anche nel total look), strizzati in vita da elastici e chiusure clutch.
Influenze '70-'80, geometrie che si frantumano nei pattern-macchia e si addolciscono nelle proporzioni pijama di molti outfit. Dolce, conserva delle voci fuori dal coro con i tubini satinati, doppiati di nylon, profilati a contrasto, e con le maxy t-shirt strette in vita da cinte multicolor, che l'aiutano commercialmente e la riportano ad una dimensione più quotidiana.
Simpatica la borsa: il braccio ci scorre dentro come farebbe una cinta attraverso un passante.
C'è tutto l'universo COVHERlab che un'estimatrice si aspetta di trovare in una collezione del marchio, guarnito da un glamour scintillante, iperfemminile, e da una riflessione su quello che il marchio è stato e che potrebbe diventare.
L'outfit preferito di Moda in Segni BLOG: quello centrale tra i cinque.

martedì 9 ottobre 2012

Le pagelle: CHANEL SPRING SUMMER 2013


La perla, con le sue proprietà benefiche, e l'energia del vento hanno sortito influssi più che benevoli sull'umore di Karl che per la SS 2013 punta dritto al centro dell'obiettivo. Ecosostenibilità la parola d'ordine, con una location mozzafiato, sempre il Grand Palais, in cui le modelle (come pecore scappate dopo anni all'egida del recinto) sfilano tra pale eoliche gigantesche ed un "battuto" di pannelli solari. Cosa ci sia di ecosostenibile in un così enorme spreco non lo so, forse per sostenibilità si intendeva la capacità della maison di sostenere simili costi... non c'è dubbio... e per eco la capacità degli spazi del Grand Palais di rimbalzare il rumore dei tacchi.
Bella, raccoglie quell'eleganza tipica di Chanel, quel bon ton che se non s'incastra perfettamente con una fisicità ed un portamento aggraziati produce un effetto decisamente contrario alle aspettative: da chiccosa a coatta senza nemmeno rendersene conto.
I problemi di fisicità in un simile defilé ovviamente vengono meno tant'è che le modelle, esili come canne, sembrano quasi fagocitate dai volumi tondeggianti della silhouette, perire sotto le spalle voluminose, in piccoli bolerini da cui spunta una vita esile, fragile come un punto assottigliato all'interno di una verticale. Più minimale il linguaggio, lineare la silhouette si ispessisce nelle maniche tornite che l'appesantiscono senza renderla effettivamente pesante, mentre un gioco di perle scandisce le superfici o le sovrasta, come sul collo, con un rigurgito di decorazioni globulari, un parto plurigemellare di pesce lombo albino sganciato sul  petto e sulla nuca. Bianco porcellana per gli spalmati, l'immancabile black & white, un pò di verde e d'azzurro... su pelle, chiffon, il classico tweed e velluti.
Non le manca nulla, dopo una bella purga il tutto sembra aver guadagnato il giusto ordine delle cose: un 9.

Le pagelle: MARCO DE VINCENZO SPRING SUMMER 2013


Delicata e timida, non te l'aspetti neanche di incontrare al secondo sguardo, dopo una prima occhiata disattenta, una precisione così acuta nel dettaglio. Un pò come quando apri un pacco di formaggini Susanna e scopri che dentro c'è un regalo: uno sticker, un ciondolino della mascotte-bambina sovrappeso che, mentre salta e ti fa "pitupitum pam", ti sbatacchia in faccia una mezza chiappa.
La sorpresa c'è ed è tutta nel dettaglio. I volumi asciutti, i tagli chirurgici, la linea pura che si spezzetta lungo tutta la silhouette in una serie di taschini dagli angoli ripiegati, e i colori cinerei, sempre spenti in un grigio vampiro, strutturano una visione personale, una singolare finestra sul mondo dei minerali a cui De Vincenzo dice di essersi ispirato (di cui si rintraccia ben poco se non una palette brulla, terrosa, ed un comunicato stampa che giustifica un punto di partenza che sarebbe potuto essere anche diverso.... le ceramiche di Capodimonte, un viaggio al lago Trasimeno, una vecchia raccolta di figurine Panini de "I Predatori del tempo".... e sarebbe stato lo stesso).
La collezione rimane comunque un gioiellino di raffinatezza, un brillante che raccoglie e rifrange in un luce chiara, decisa, il dna della maison che si dimostra sempre più matura, sottile, attenta, lontana dalle improvvisazioni crude degli esordi (in cui di rintracciava si un fermento, un'energia diversi rispetto agli altri ma anche un voltaggio esagerato e fuori controllo che ora però sembra incanalarsi in una splendida media tensione, nella produzione di un'illuminazione perfetta).
Bianco calce, un pallore salino che si incupisce nel grigio cemento e nel sable, nel rosa, fino al nero ematite e al più gentile azzurrite. Decisamente corto, con canotte e piccoli dress che, all'occorrenza, possono essere portati come maxy t-shirt, lavorazioni in maglia di cotone leggerissimo (ormai un classico per De Vincenzo), spalmature su tex tecnici e lurex per effetti shining, che non giungono mai ad un glamour didascalico, ordinario, ma fermandosi un pò prima strutturano quel caratteristico linguaggio che fa di De Vincenzo uno dei protagonisti più singolari (unico nel suo linguaggio in Italia) della fashionweek milanese. Deliziosi i sandali scultura fanno da giusto contrappeso negli outfit in cui la leggerezza del jersey disegna una silhouette fluttuante: bianchi, grigi e neri, sempre in vernice, sembrano piccoli piedistalli per bandiere ammainate.
Splendida: dopo aver letto la recensione tirate fuori il portafogli e compratevela! Un 9.

venerdì 5 ottobre 2012

Esteban Cortazar for Net-A-Porter/Esteban Cortazar e la sua collezione per Net-A-Porter (+ VIDEO)


Basta solo uno sguardo veloce, passeggero, disattento, per accorgersi che ci si trova di fronte ad una Collezione con la C maiuscola.
Esteban Cortazar, ex direttore artistico di maison Ungaro (sostituito repentinamente da Lindsay Lohan alla quale sono succedute altre direzioni artistiche che abbiamo ragionevolmente dimenticato), ritorna con una collezione in esclusiva per net-à-porter. Un paradiso. Non c'è neanche bisogno di gridare al miracolo, l'estasi è totalizzante e non lascia scampo al rumore.
Luce radiosa illuminata da placche d'oro ed una silhouette ultra design con accavallamenti di superfici, cut-out che mozzano il fiato, sezioni e pannelli, per uno scultoreo che mantiene la sua linea morbida nel corto e nel lungo.




Una grande predilezione per la sartorialità che, unita alla sperimentazione sui volumi, crea forme nuove, un'anatomia alternativa che si sostituisce al corpo con toni nude, rosa, ed un cream abbagliante.
"Voglio che i vestiti sembrino appena usciti da una sartoria e che abbiano una grande morbidezza, come un coltello che taglia il burro". Noi siamo già li, con la fetta biscottata in mano, pronti a a farne incette più che è possibile mandando al diavolo qualsiasi dieta.





Ipocalorica, presenta abiti di seta, mantelle di lana, top di chiffon strutturati con linee perfette, nette o leggermente morbide.
Un pranzo da signori, o da signore in questo caso, presentato con una serie di scatti che deliziano la vista e i palati raffinati.
L'architettura con le sue scale, gli spigoli, le ombre taglienti,  il sole interrotto negli angoli, diventa un'eco che sembra essere stata generata come accompagnamento della collezione.
Delizia: non si poteva progettare di meglio!
Complimenti Cortazar!



giovedì 4 ottobre 2012

Le pagelle: LOUIS VUITTON SPRING SUMMER 2012


Claustrofobica, martellante, ansiogena... dopo 60 secondi sareste in grado di vedere un alieno col volto di Fiorello nel corpo di vostra madre e scambiare una patata novella per vostro padre.
La collaborazione con Daniel Buren, al quale è ispirata la collezione, sortisce una lunga partita a scacchi. Lo scacco è matto, è ovunque. Un pattern impazzito, il partner fedele di tailleur e gonne, piccole giacche, top e boleri, in un'eco infinita di rimandi geometrici, ottici, che strutturano una lisergia dopante. In passerella una carovana di modelle, un esodo canalizzato su una scala mobile mastodontica, si riversano come mosche vibranti nella loro stampa damier, anche in una deliziosa versione devoré, accesa nei toni del verde pistacchio e del giallo, o in marrone e crema, abbinata ad un fondo bianco. Tantissimi gli accessori che rimangono il core business del marchio: colorati, brillanti, si caratterizzano con stampe (sempre damier, un omaggio a Yves Carcelle che introdusse il damier nella maison prima ancora del Monogramm), fiori stilizzati (come in molti degli abiti) e/o superfici riflettenti di minutissime paillettes e pelle.
Marc Jacobs sembra nuovamente aver conquistato il plauso di molti fashion expert anche per questa stagione, con quattro cazzate messe in fila, una location che sembra tirare un calcio in culo all'Africa Missionaria e la collaborazione con l'artista quotato di turno. Si sa, gli artisti sono sempre intouchables, un pò come i santi! Ma il suo, anche per questo turno, rimane comunque un successo... come dire?... al quadrato! Un 7..

Le pagelle: MIU MIU SPRING SUMMER 2013.


Quello che Miuccia toglie... Miuccia dà!
Vi è mancato il brivido lunga la schiena per Prada SS 2013? Anche perché si spera che nessuno abbia creduto alla storia della piccola fioraia giunta dal Giappone in Italia senza il permesso di soggiorno e con pochi yen in tasca.
Fatto sta che per Miu Miu SS 2013 ci restituisce un pò dell'aspettativa persa. Non aspettatevi galleggiamenti sulle acque, moltiplicazioni di pane e di pesci, il rimedio per la buccia d'arancia... nulla di tutto questo. Basta solo un pò di eleganza, nuova ed immediata, per tirar su una prima boccata d'aria fresca.
Stampa scarabocchio, effetti blur-shaded su pelliccia, tessuto wrinkled e dettagli gioiello costruiscono un'eleganza originale che tende la mano agli anni 50 ma ne viene fuori totalmente riconvertita.
Il denim entra nel guardaroba, su volumi e tagli ricercati assume un atteggiamento elegante: la sua dimensione casual si stempera negli abbinamenti con la pelliccia, nelle lunghezze delle gonne che fendono il polpaccio con fogge tubino, nelle arricciature, nel dettaglio gioiello delle chiusure o in una semplice manica 3/4. E' il dettaglio che dà una nuova direzione di senso a ciò che fino all'altro ieri sembrava avere un senso unico. Bellissime le scarpe: flat, per sandali a punta e ciabatte con dettagli luce.
Una gran bella prova che per questa stagione salva Miuccia dalla messa in cassa integrazione da parte dell'amministratore di questo blog. Brava,brava, brava (da leggersi con la voce di una corteggiatrice di uomini e donne): è un 8.

mercoledì 3 ottobre 2012

Le pagelle: ALEXANDER MCQUEEN SPRING SUMMER 2013


Orrore. Un museo delle cere, dove tutto oltre che finto è anche morto. Malgrado l'ispirazione iniziale, le api e l'alveare, elementi suggestivi di un mondo che se non è magico è misterioso e che potrebbe generare chissà quale fiaba per gli occhi, tutto si riduce ad una pantomima di una pantomima di Alexander McQueen.
L'unico obiettivo che si sembra perseguire è caricare il capo di decorazioni, ore ed ore di lavoro, dando vita a collezionI sovraccariche di elementi che più che strutturare la favola la annientano definitivamente.
Dalle api ai viados il salto è stato breve... entrambi sono parenti vicini delle lucciole. Ma con le lucciole questa collezione non condivide assolutamente il potere di generare luce, di illuminare e creare la magia.
Inutile stare qui a cercare di dare senso a ciò che forse un senso non ce l'ha. Sembra l'aula di decorazione di un'Accademia di Belle Arti, con docenti ed alunni abituati a pensare che la couture passi attraverso l'abbondanza, l'800 e Art Attack. Imbarazzo. Zero.

Moda in Segni SHOPPING: SILVER COW BAG by Vincent Billeci


 Thanks to Vincent Billeci



For order
 vincentbilleci@hotmail.it

www.vincentbilleci.blogspot.it

Le pagelle: VALENTINO SPRING SUMMER 2013


Esiste al mondo qualcuno in grado di affermare fermamente che questa non sia una collezione impeccabile? No, purtroppo non esiste. Purtroppo perché anche se la collezione è formalmente perfetta e sa magistralmente far sposare il gusto per le cose belle col buon senso di proporle, d'altro canto l'altro lato della medaglia mostra un appiattimento schiacciante sugli stessi modelli che, ciclicamente, vengono presentati in ogni collezione del brand. Risultato: una collezione infinita, nuova come una televendita Mondial Casa presentata da Mastrota ma che presenta un prodotto sicuro, pronto a far breccia, con la scusa del fondo unico in acciaio inox, alto un cm e garantito a vita. La vendita è andata magistralmente in porto. E' esattamente così che sono andate le cose anche stavolta. La silhouette è la stessa, asciutta come una sottoveste, stretta in un vitino esile da un cinturino altrettanto esile, in una deliziosa atmosfera diafana, pulita, trasparente che si concretizza in un minimale rotondo, in elementi cristalllini (uso del bianco, pvc per trench e scarpe, plex per il tacco, effetti luce come borchie e placche metallo) che si riversano in un barocco romantico nel finale.
"Abbiamo scelto di celebrare Roma, il suo neorealismo cinematografico con i modi e i gesti di Anna Magnani e Silvana Mangano. In un certo senso, abbiamo scelto di fare una celebrazione della sottoveste. Ma non è nostalgia: l'abbiamo capito guardando una mostra a New York dell'artista Cindy Shermann: i suoi travestimenti 'alla lettera' hanno sempre uno spirito irriverente e contemporaneo, qualcosa che è insieme celebrazione ed emancipazione".
Ed è la sottoveste che si intravede sotto l'abito, sotto il long dress leggermente aperto come uno chemisier, che emerge da sotto un all over di pizzo, che diventa un vero e proprio vestito.
Bianco, nudo, nero... ma anche blu, amarena, grigio e un animalier che regala quella ricercatezza maggiore ad un mood tendenzialmente monacale che sigilla la silhouette con colletti e polsini abbottonati.
Nel parterre il maestro Valentino, contento e dimentico del vecchio circo che avevano tentato di metter su la Chiuri ed il Piccioli con le prime collezioni, sorride beatamente con Jennifer Lopez alla sua sinistra (si, non era Valentino quello in fucsia nonostante l'eyeliner), forte più che mai del fatto che, paradossalmente, nella storia di questa maison rimane lui il più moderno dei direttori artistici che si sono succeduti. Se non altro ci aveva abituato a volumi ed ad un alfabeto che non è, come in questo caso, monocorde. Bella ma... basta! Un 8.

martedì 2 ottobre 2012

Le pagelle: CHLOé SPRING SUMMER 2013


Premetto di essere estremamente di parte essendo Chloé uno dei marchi che stimo di più in assoluto.
Nonostante sia passata di mano in mano, ultimamente da quelle di Hannah McGibbon a quelle di Clare Waight Keller, questa maison ha sempre esaudito le aspettative dei suoi estimatori: accessori da favola e guardaroba che reinterpreta lo sporty con eleganza e l'elegante attraverso il casual. Prodotto finale: collezioni che hanno sempre conquistato i pareri favoreli dei fashion expert e delle clienti più esigenti. Anche questa collezione non è da meno. Meravigliose le spalle delle giacche e dei piccoli bolerini: scendono leggermente sotto il deltoide e si aprono in un movimento ondulatorio sulle maniche, con fondi a campana, da cui sgusciano le superfici soffiate e trasparenti dei top sottostanti. Fogge ad anfora, decisamente over, su cui si stagliano mimetici floreali in blu petrolio e sabbia dorato che negli accenti finali si tridimensionalizzano nelle decorazioni contaminando top e pantaloni. Meraviglia il total white del top sezionato sulle maniche (tenute assieme da fiocchi) abbinato allo short da tennis, sempre in white, e le lavorazioni a rete-canestro per gonne e top. La parte finale, dopo incursioni di stampa stripes e ruches, invece si perde in una confusione in cui prendono vita arricciamenti e drappeggi vari su un ultraleggero che abbandona il minimale iniziale per un romanticismo più scontato. Puro godimento gli accessori: le borse, con equilibrati elementi animalier o colorati rigati, sono una di quelle violenze che bisogna necessariamente subire. L'importante è che sia una violenza singola e non di gruppo. Viziosi!! Un 8 e mezzo.

Le pagelle: GIAMBATTISTA VALLI SPRING SUMMER 2013


Sartoriale ed impeccabile, una collezione inappuntabile in cui taglio e decorazione trovano l'equilibrio perfetto per veicolare un dna, quello di Giambattista, sempre più definito. Dopo il patchwork delle ultime stagioni, ormai diventato un must come il puzzle di una veduta del Canal Grande o di due baby gattini nel salotto della zia, Valli ritorna alle sue origini: raffinatezza e buon senso, un gusto per le cose oggettivamente belle e per le belle forme. Grisaglia maschile e tagli chirurgici per il tailleur (deliziosi quei revers color latte), baschine ondulate e per i boleri e i cappotti spalle incurvate, leggermente tondeggianti. Ultra leggero nella parte inferiore: le gonne trasparenti, con retro più lungo o con profilo che riprende la giacca. Rosso, bianco, grigio, blu, nero... ma anche frammenti d'oro increspato per cappotti e colletti (ahimé ancora a contrasto). Gioielli scultura con sassi al collo e sul polso e semplici decolleté a punta in argento, oro e varie colorazioni. Bella, forse manca quell'unitarietà nelle proposte, quel sottile fil rouge che possa legarle in un'ispirazione comune con elementi cardine che si rimandino l'un l'altro (un pò come succedeva qualche tempo fa). Ma sembra quasi un cercare il pelo nell'uovo. Otto.

lunedì 1 ottobre 2012

New Look Collage: Calvin Klein-Francesco Scognamiglio


A flock of blacks birds

Jacket and top: Calvin Klein SS 2013
Long skirt: Francesco Scognamiglio SS 2013

Le pagelle: STELLA MCCARTNEY SPRING SUMMER 2013


Più che Stella questa volta è una scintilla... sola, fioca, lontana, a combattere contro la luce abbagliante dei titani della fashionweek parigina che, per questa stagione, hanno proposto l'impossibile.
Controcorrente invece la McCartney che riempie il suo guardaroba con una collezione didascalica. Non c'è l'inventiva, il capriccio, l'ispirazione, ma un discorso generale sul fabbisogno giornaliero che hanno le estimatrici della maison di cambiare guardaroba la stagione successiva: quale ragione oscura altrimenti dovrebbe spingere una fashionista a prendere in considerazione un capo McCartney SS 2013? Colori fluo che disegnano sulle superfici un macro pois che, quando non compare direttamente sul fronte, disegna una curva sinuosa lateralmente o su una gonna che si svincola da sotto una maglia trasparente. Riferimenti al workwear con la rivisitazione del classico camice da lavoro, una verderia ripresa in vita da un cinturino, e poi il classico tailleur da rivenditrice Avon con piccola giacca dalle spalle quadrate e pantalone ampio. Belle invece la borsa-cartella, in varie colorazioni, con maxi cinghia da portare a mano o a tracolla. Distaccata, sembra una di quelle collezioni realizzate in modo distratto tanto per riempire il buco scoperto di una stagione creativamente improduttiva. Un 5 e mezzo per lo sforzo.