giovedì 1 ottobre 2009

Le pagelle: BALENCIAGA SPRING SUMMER 2010



Nel linguaggio di Ghesquière per Balenciaga, a differenza di molti altri stilisti, esiste una dimensione originale dove il tentativo, il semplice sperimentalismo, la fortuna, cedono il passo alla costruzione di un linguaggio che ha un nucleo inesplorato, fatto di elementi quasi primordiali, di sfumature primal irriducibili. Costruzione che effettivamente non può essere ridotta, decostruita, scavata, pur essendo quasi anatomicamente strutturata. La struttura di Ghesquière così, pur rifacendosi ad un alfabeto comune, preciso, definibile, risulta sorprendentemente alfabetica, essenziale, elementare: proposizione e al contempo alfabeto.
Questa dichiarazione linguistica fa di questo marchio cullato da questo intelligente designer uno dei punti di riferimento dell'universo moda.
Questa collezione si pone come un proseguo della collezioni precedenti, ne mixa le soluzioni creando un corollario originale e familiare dove il sogno ciber-etnico di Ghesquière si accompagna ad uno studio del colore che farebbe invidia a Itten o a Philip Ball e cita la pittura del gruppo del De Stijl, anticipatori degli sperimentalismi più "evoluti" del Bauhaus, Mondrian e la filosofia del colore, la sua capacità di ispessirsi in un linguaggio concreto ed evocativo, il cubismo, il neoplasticismo cromatico e, più in generale, tutta l'avanguardia artistica del 900.
Una collezione rigorosamente giovanile e soprattutto gioviale, costruita per contrapposizioni, che disegna una donna "equina", un'eleganza metropolitana intensa e futuribile attraverso corpi inguainati nella pelle o racchiusi in abiti rigorosamente a meta coscia, non tralasciando l'elemento feticcio e singolare che si ritrova nella scarpa.
Un modo per vivere l'arte attraverso la quotidianità, attraverso un semplice capo.
Che meraviglia!

2 commenti:

  1. Sono d'accordissimo col voto, ancora piu d'accordo con il confronto a De Stijl... non saprei cosa dire di piu, se non congratulazioni a Ghesquière. Io ci vedo anche un che di Blade Runner, penso sopratutto ai giochi che fabbrica quello gentile di cui ho dimenticato il nome...
    Queste donne Balenciaga hanno un che di automi, Hoffmann modernizzato, robot, prodotto freddo d'industria ma al tempo stesso multicitazionale...
    Bellissimo !

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