Decostruttivismo e fastidio. La forma riecheggia nello stencil. Tailleur e abiti al ginocchio destrutturati in uno stile adolescenziale decisamente accademico. Da Altuzarra si punta sul gioco, il racconto si sciorina sui perimetri, sulle geometrie che si aprono nel bianco, nel nero, nel blu, incorniciandosi ortogonalmente sugli abiti come tesi maleviciane da esporre nelle metropoli. Tentativi di rendere l'abito opera d'arte scaduti in una pantomima di forme che citano quasi senza sapere (da Saunders a Berardi a Malevic). Carine alcune scarpe, scontato l'uso dell'animalier nell'uso dei contrasti. Dopo tutto questo... forse Nina Senicar è una brava stilista. Un 3.
collezione assolutamente imbarazzante!
RispondiEliminaPeggio caro Nicola... peggio
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