mercoledì 9 marzo 2011

Le pagelle: ALEXANDER MCQUEEN FALL WINTER 2011 2012


Secondo womenswer per Sarah Burton che per Alexander McQueen pensa a Marie Antoinette e ai suoi ultimi giorni alla Conciergerie prima del patibolo. Algida, comincia in un bagno di bianco otticco con cappotti corposi profilati di pelliccia sulle spalle e sugli orli inferiori e gonne a sirena scandite da zip lasciate aperte a creare spacchi. Effetti bondage invece nel corpo centrale della collezione dove tessuti preziosi realizzati a telaio, velluti martellati, organza traforata e tagliata a vivo o decorata con incrostazioni di perle si accostano ad elementi più arroganti come cinghie in pelle per gabbie "punitive" da indossare sugli abiti. Per le scarpe regola vuole cuissards e boots con lacci incrociati sul davanti come un bustier con tacco a spillo altissimo o zeppa armatura punzonata. Per la sera Marie Antoinette, ormai giustiziata e diventata concime per le serre e nutrimento per cavoli ed insalate, si trasforma in un ectoplasma bianchissimo e frusciante, una torta nuziale a sette piani per il lungo da red carpet, per il corto invece siamo più sull'effetto meringa. Deliziose, sui bustier, le applicazioni di porcellana dipinta lilla e l'alta marea di organza lavorata a nido d'ape delle gonne. Il resto, pur rimanendo rispettoso, è uno svuotamento: si ripercorrono le orme di Alexander senza forza e senza vigore in una pericoresi sterile, in un girare attorno ad un mito cercando di allargarne la portata aggiungendoci nuovi capitoli che più che raccontare aggiungono nuovi puntini di sospensione. Sarah Burton più che un talento sembra una costola di Alexander McQueen e non essendo noi Dio, che da un pezzo d'osso diede vita ad un mondo, di una costola che ce ne facciamo? Col rischio di scatenare nuove polemiche e andando contro mezzo mondo: un 7.

8 commenti:

  1. Beh, sei stato pure generoso!

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  2. La Burton non ha un compito difficile, portare avanti l'arte di McQueen penso sia impossibile.
    Secondo me ha partorito una collezione molto interessante, bisognerebbe analizzarla senza fare troppi confronti.

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  3. Si si, difficilissimo... ma preferisco il percorso di Alessandra Facchinetti anche se poi è andata come è andata. Non si tratta di fare paragoni... quando parlo di Alexander McQueen parlo dell'anima di questo brand non necessariamente di Lee come persona (che poi effettivamente coincidono). Per me la Burton non è un talento, non penso abbia la capacità creativa e delirante di Alexander e in relazione a questo preferirei o un abbassamento di tono... quindi qualcosa di più clean e più facile (vedi in menswear) o un cambio di direzione... non amo che si ripercorrano gli stessi passi allo stesso modo. Certo, ancora è difficile dare dei giudizi (come per C&P che tutti davano per spacciati) ma spero che qualcosa cambi presto.

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  4. E infatti quando parli di "abbassamento di tono" ne è prova il fatto che la Burton funzioni bene con le pre-collezioni!

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  5. non mi piace. inutile.
    proprio perchè cerca di ripercorrere troppo GLI STILEMI DI MCQUEEN..
    il bondage messo li senza un vero percorso cupo, nero, doloroso o comunque senza raccontare un nulla, diventa tale e quale alle cinghie che usano quei cretini di dsquaered..pura malizia!

    quella lama appuntita sul retro della zeppa, è poronografica, proprio perchè ha esagerato qualcosa che lee aveva già fatto.

    poteva cercare di impostare un discorso più pulito..e soprattutto raccontare seriamente qualcosa...la burton non mi piace da mcqueen..lo rievoca, lo ricorda, ma nel modo peggiore e più forzato possibile.

    ma fors eè l'amore che provo per lee dal primo momento in cui ho visto un'immagine di un suo vestito su una rivista..

    io le avrei messo anche mezzo punto in meno.

    salvo giusto alcune lavorazioni molto belle sui tessuti..tutto qui.
    marco

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  6. l errore piu grande d molti opinionisti che si occupano di moda E COSTANTE!!!!!! PARAGONI ! MC QUEEN nn ce piu da un pezzo!!!! "pace all anima sua" bisognerebbe analizzare il presente cn uno occhio meno nostalgico al passato!! solo così si può guardare meglio il futuro!

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  7. Ma che significa?
    Un contributo retorico e senza senso.
    Il paragone nasce quando alla direzione c'è qualcuno che non è all'altezza del brand... quando qualcuno non sa dare all'eredità ricevut per grazia di Dio il giusto taglio o il giusto fuoco. Con John Galliano a Dior, Tisci a Givenchy, Dundas a Pucci, Ghesquiere a Balenciaga questo non succede perchè l'emulazione non c'è mai stata e ognuno di questi designer ha saputo mettere a fuoco l'anima del brand attraverso il proprio punto di vista, facendo passare tutto l'archivio storico attraverso un filtro personale riconoscibilissimo. Fino ad ora la Burton ha solo emulato... la sua cifra non c'è... non si vede... ad oggi, sottolineo... ad oggi è ancora roba rimacinata. Non credo in Sarah Burton... alla direzione sarebbe meglio Iris Van Herpen... almeno ha una sua cifra.

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  8. Ma anche perchè i paragoni sono inevitabili, dal momento che la Barton non è a capo del SUO marchio o della LellyKelly, ma di Alexander McQueen!

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