Antonio Marras si rifà il look, un pò come faceva Renato Zero nei corridoi di Sephora negli anni 80 prima che prendesse definitivamente i voti: l'aria sognante, bohemienne, galvanizzata dal recupero delle tradizioni e dei costumi antichi lascia spazio e l'opportunità di emergere ad un linguaggio più fresco, meno profondo, dove il colore vitaminico, i pattern e la dolcezza delle soluzioni raccontano storie più leggere, nuove. Profumo di pulito, un bianco Dixan, un arancio ed un verde succosi vivificano le superfici linde, i top e le maxi bluse che, all'occorrenza, trovano sfogo in un svolazzante tapis di leggerissime piume. Ha influenze orientali con semplicizzazioni di kimono e qipao resi più fruibili da tagli più convenzionali e da superfici mix & match sempre delicate, anche quando compare e fa da sfondo un densissimo nero. La scarpa, come tendenza detta, anche qui è pensata massiccia ma viene vissuta in modo più consono ricordando dei legnosissimi geta. Varia, ha una poesia che sa di giardino in fiore con tutte le soluzioni offerte che abbracciano target lontanissimi tra loro.
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